Ho iniziato la mia lunga e sostanziosa gavetta nel campo della segreteria organizzativa di mostre negli anni Novanta, mentre studiavo Lettere con indirizzo storia dell’arte moderna alla Sapienza di Roma (“Maria Luigia Donna e Sovrana – una corte europea a Parma – 1815-1847”, Palazzo Ducale, Colorno (PR), 10 maggio-26 luglio 1992; “Tutte le strade portano a Roma ?” a cura di Achille Bonito Oliva, Palazzo delle Esposizioni, Roma, 12 marzo-25 aprile 1993; “Umberto Bignardi. Opere dal 1958 ad oggi.” Testo di presentazione di Maurizio Calvesi e intervista all’artista di Laura Cherubini. Museo Laboratorio di Arte Contemporanea, Università degli Studi “La Sapienza”, Roma, 16 febbraio-12 marzo 1994).
Nell’ottobre 1995, fresca di laurea, sono approdata nella storica galleria di Paolo Sprovieri, a Piazza del Popolo, con cui ho lavorato come tuttofare fino alla sua definitiva chiusura nel maggio 1996 (Manifestazione “RADAR” – Rassegna Internazionale delle Arti – Latina, curata da Achille Bonito Oliva e coordinata da Paolo Sprovieri, comprendente mostre e spettacoli di danza : coordinamento generale, allestimento e cura dei cataloghi per le mostre “Arte Russia”, dicembre 1995-febbraio 1996; “Ineditoopen”, marzo-maggio 1996, ex consorzio agrario, Latina. Coordinamento generale e ufficio stampa per le mostra “La Cina è vicina di Mario Ceroli. Anniversario di una mostra storica”, Galleria Sprovieri, Roma, 14 marzo-10 aprile 1996. Coordinamento generale e ufficio stampa per la mostra di “Oswald Oberhuber” all’interno della “Rassegna dell’arte austriaca 1964-1996”, Galleria Sprovieri, Roma, 12 aprile-12 maggio 1996).
Da giugno 1996 a febbraio 1997 ho collaborato con la Serico Srl (Servizi Ricerca Comunicazione di Roma) diretta da Sandro Polci, occupandomi del coordinamento generale per l’organizzazione di una serie di mostre che si sono svolte al Museo Archeologico di Aosta (“La valle della scultura. Da Rodin a Calder, i maestri del nostro secolo” a cura di Solange Auzias de Turenne, Museo Archeologico Regionale, Aosta, 20 luglio-20 ottobre 1997, (in gemellaggio con la mostra: “Les champs de la sculpture. De Rodin à Calder, les maîtres de notre siècle”, Champs Elysées, Parigi, aprile-giugno 1996 ; “La Femme, les Femmes. Da Monet a Renoir a Modigliani, da Picasso a Warhol” a cura di Solange Auzias de Turenne, Museo Archeologico Regionale, Aosta, 12 dicembre 1997-30 aprile 1998).
Il 1997 è stato un anno determinante per la mia gavetta perché da febbraio a giugno mi sono poi occupata del coordinamento generale per l’organizzazione della mostra: “MINIMALIA. Da Giacomo Balla a…” curata da Achille Bonito Oliva (Palazzo Querini-Dubois, Venezia, 12 giugno-20 ottobre 1997).
Dopo quell’esperienza, estremamente interessante ma anche molto stressante, ebbi un momento di grande crisi. Avevo voglia di mettermi alla prova in un altro campo e dato che ero cresciuta nell’ambiente del cinema pensai ad un’esperienza nella produzione cinematografica. Ma non era quanto scritto per me… Ricevetti una telefonata di Valentina Bonomo, con la quale avevo lavorato per organizzare “Minimalia”, che mi disse che la nota mercante d’arte Carla Panicali, (fondatrice negli anni ’60 della sede storica romana della Marlborough Gallery poi titolare della Galleria l’Isola)cercava un assistente per il suo ufficio di Via Gregoriana. Dal febbraio del 1998 al giugno del 2000 lavorai fianco a fianco a Carla come tuttofare. Un’esperienza unica ed indimenticabile che mi ha permesso di acquisire i trucchi del mercato dell’arte e grazie alla quale scoprii il mondo delle fiere: da Bologna, a Basilea, a Maastricht.
Parallelamente alla mia gavetta, frequentavo inevitabilmente gallerie ed artisti, e dato che ho sempre amato scrivere, già nel periodo in cui lavoravo da Sprovieri scrissi un testo di presentazione per la mostra di Roberto Perciballi, un giovane artista romano, che si svolse in un bar di San Lorenzo. Nell’aprile 1998 ebbi una seconda e bella occasione per cimentarmi con la scrittura presentando una doppia personale di Robin-Heidi Kennedy e Paul Thorel che si svolse nella sede storica romana della galleria Bonomo, a Piazza Sant’Apollonia, gestita da Alessandra e Valentina, prima che entrambe decidessero di aprire un proprio spazio.
Sull’onda di quell’esperienza Paolo Laudisa, mio carissimo amico artista, mi propose di curare una mostra di 4 suoi giovani allievi dell’Accademia di Belle Arti di Roma: Emanuele Costanzo, Roberto Falconieri Federico Pietrella ed Alessandro Reale. Fu così che mi ritrovai ad organizzare dall’inizio alla fine la mia prima mostra come curatrice.

“Rumori impercettibili”, che si svolse a Trastevere nella galleria di Sergio Rispoli “Salon Privé Arti Visive” (17 ottobre-6 novembre 1998) fu un vero successo di pubblico e critica. Per la prima volta potei confrontarmi a tutto tondo con le tante sfaccettature di quello che sarebbe poi diventato il mio mestiere: dalla ricerca dello sponsor per il cataloghino, alla scelta delle opere; dall’allestimento, all’ufficio stampa, alle vendite…

Sull’onda dell’entusiasmo per il successo ottenuto decisi di replicare, ma in un’altra città. Scelsi Napoli, città natia di mio padre, facendomi prestare per l’occasione il grande appartamento di famiglia dove visse mio padre, in quel momento sventrato per una ristrutturazione che lo avrebbe suddiviso in tre case. E così nacque la mostra flash (15-17 settembre 1999) “Rifiniture d’interni – Violazioni di domicilio di 9 artisti romani in un appartamento napoletano”. Ai 4 artisti di “Rumori impercettibili” aggiunsi due giovani, Valentina Coccetti e Julie Polidoro, ma invitai anche tre nomi già noti nel panorama romano: Paolo Laudisa, Paola Gandolfi e Stefano di Stasio. Tutti e nove gli artisti presentarono lavori site specific.

Nel periodo in cui organizzavo la mostra napoletana scrissi un testo di presentazione per la mostra di Claudia Son Hyunsook (Galleria Salon Privé Arti Visive – febbraio 1999) e continuai con la scrittura anche dopo la bella avventura a Napoli (“L’ambigua Luce dell’Arte” testo di presentazione della mostra di Carlo Bernardini, Roberto Falconieri e Giuliano Giuliani, Galleria L’Isola, Trento, ottobre 2000). Nel Giugno 2000 organizzai poi una seconda mostra nella galleria di Sergio Rispoli che aveva segnato il mio debutto (“Femminile altrove – Cordova/Bratislava/Dublino/Roma: Rosalba Campra, Petra Feriancova’, Michelle Rogers”, Salon Privé Arti Visive, Roma, 24 maggio/15 giugno 2000).

Per quanto non ne fossi ancora del tutto consapevole, la strada che mi avrebbe condotto a breve all’apertura della mia galleria era nettamente segnata… così come la data e l’anno, precisamente ben scritti: 19 ottobre 2000. La decisione ultima fu in realtà inaspettata e nacque quasi per gioco assieme ad un mio carissimo amico dell’epoca che doveva esser mio socio. E a quel punto il destino ebbe veramente il suo peso. Giocando, assieme al mio amico, a ragionare sulla grafica ed il nome da dare alla galleria, ci ispirammo all’indirizzo dove viveva e lavorava un artista che avevo appena presentato alla collettiva “Femminile Altrove” presso Salon Privé Arti Visive: via della Vetrina 21. Caso volle, che una volta deciso realmente di aprire la galleria, per questioni di lavoro legate a Carla Panicali dovetti andare a trovare Sergio Casoli. All’epoca aveva la sua bellissima galleria a Via della Vetrina. Ero nella fase iniziale di ricerca dello spazio e li dissi che avevo in mente di aprire una galleria e stavo iniziando a cercare un posto… “Guarda che il mio proprietario possiede un locale qui di fronte che sto usando come deposito. Chiamiamolo subito…” Mi disse Sergio. Lo vidi lì per lì, mi piacque molto e decisi di prenderlo… cotto e mangiato!

Ho avuto la galleria 9 via della Vetrina Contemporanea dal 2000 al 2007. Sin dall’apertura le mostre proposte hanno riscosso un notevole successo, sia di pubblico che di critica, ma il bello era soprattutto dovuto al fatto che riuscivo anche a vendere bene. Con gli anni sono pian piano riuscita a creare una mia piccola rete di collezionisti e nel 2004 ho perfino ottenuto un “ABO d’argento” – riconoscimento personale di Achille Bonito Oliva per il lavoro svolto nella promozione dei giovani artisti come migliore gallerista dell’anno (in ex aequo con Giangi Fonti di Napoli).

Quando ho deciso di chiudere, la galleria aveva ormai una sua storia consolidata ed avevo partecipato a 3 edizioni di Artefiera a Bologna ottenendo notevoli risultati alle prime due. L’ultima edizione a cui partecipai (2007) fu invece un flop totale (e pensare che avevo le figlie di appena un anno e che mi ero portata tutti a Bologna inclusa una tata!).

Sull’onda di quell’esperienza, ho deciso di chiudere il mio spazio romano ma fu più che altro per causa di forze maggiori: avevo due gemelle di appena un anno e stavo per trasferirmi a vivere fuori Roma.
Immersa a 360 gradi nella mia nuova vita da mamma ho come chiuso il capitolo con la mia storia di gallerista orientandomi su tutt’altro: un corso di counseling della salute, con l’intento di fare, un domani, un lavoro socialmente utile. Dopo due anni e mezzo di vita fuori città mi sono ritrasferita a Roma, con un figlio in più, ma sempre convinta di non riprender per nessun motivo con l’arte, le mostre e gli artisti. Mai dire mai! A Pasqua del 2012, durante un viaggio a Berlino sono casualmente “inciampata” su di una pietra d’inciampo e da lì mi sono buttata in full immersion su di un progetto di mostra storica sulla Memoria, molto particolare e di pressoché impossibile realizzazione. Quando poi, dopo due anni di lavoro al progetto, a novembre dello scorso anno (2013) ho capito, che nonostante mi fosse sembrato scritto nel mio karma essermi dovuta occupare di quest’argomento, era veramente un blocco continuo su tutti i fronti, ho deciso con realismo, ma innegabile amarezza, di mettere la mia bella idea nel cassetto.
Ma le cose non succedono mai a caso, perché se non fosse stato per la percezione di essere in un vicolo cieco con quel mio progetto e per la consapevolezza di sentire un bisogno sempre più impellente di riprendere a lavorare per potermi affrancare dal cliché in cui inevitabilmente ero caduta e che mi vedeva “felice di esser mamma ma sempre più frustrata per non aver più una mia identità oltre a quella di madre” non avrei probabilmente mai pensato di ritornare dopo tantissimi anni nello studio di Paolo Laudisa, decisione che si è poi rivelata determinante per la nascita del mio progetto Arteealtro. Folgorata dai suoi nuovi lavori, è nato tra noi, in modo fluido e del tutto spontaneo, un dialogo assolutamente surreale fatto di mie domande ad alta voce – indirizzate in realtà quasi più a me stessa che non a lui – e di sue risposte ben calibrate, aperte e assolutamente rinforzanti, che nel ricordarmi la mia propria storia di gallerista, aprivano in realtà nuovi scenari e prospettive. A quel punto la porta era riaperta, ho iniziato letteralmente a gasarmi, e nel parlare del possibile posto dove poter fare mostre, mi è venuto in mente di farmi dare spazi in affitto o in vendita sul mercato immobiliare per massimo 2 settimane per organizzarvi mostre. Ecco come è nata la prima operazione del contenitore Arteealtro, che ho scelto di intitolare Affittasi/Vendesi”! Da lì, alla realizzazione della prima mostra “Riprendo il filo”, è stato un passo…

Elisabetta Giovagnoni